Paolo Mazzuchelli — All we ever wanted was everything
Il MASI inaugura un’esposizione dedicata all’artista Paolo Mazzuchelli a cura di Cristina Sonderegger. La mostra presenta una selezione di opere che spaziano dagli esordi negli anni Settanta fino ai giorni nostri, privilegiando una lettura e un allestimento per nuclei concettuali.
Paolo Mazzuchelli — All we ever wanted was everything
Paolo Mazzuchelli (PAM) fa parte di quella generazione di artisti, nati attorno agli anni Cinquanta, la cui formazione è coincisa con un periodo di grandi cambiamenti sociali. Questo, nel caso dell’artista ticinese, si traduce in una pratica artistica che è quasi sempre collettiva e collaborativa. Anche quando il momento della creazione si svolge nella solitudine dell’atelier, l’artista è sempre in dialogo con qualcuno, magari i grandi maestri come Albrecht Dürer, Francisco Goya o Paul Gauguin. L’esposizione ‹Tra le ciglia› inizia proprio con alcune di queste opere, dove assistiamo a un gioco di riferimenti e rimandi alla storia dell’arte. Sempre in apertura, vediamo esposto uno dei primi dipinti dell’artista ‹Quello che rimane dell’infanzia› (1976–77). Il titolo sembra suggerire una temporalità stratificata è complessa, come complessi sono i processi di produzione delle opere, come ad esempio ‹Rhinoceros› (1990 ca. ). Quella che sembra una riproduzione della famosa xilografia di Albrecht Dürer, ingrandita fino ad avere un rinoceronte quasi a grandezza naturale, è stata in realtà realizzata a partire da un’impronta lasciata con il corpo, su cui poi l’artista è intervenuto. Questo lavoro, come anche ‹Iguana› (1990–99), sono una testimonianza dell’aspetto performativo della pratica di PAM, sviluppatosi negli anni Ottanta e che all’inizio degli anni Novanta l’artista elabora in una ritualità dove le tracce lasciate dal corpo su fogli di grandi dimensioni prendono forma in una figurazione fantastica. L’ampia sezione centrale della mostra è dominata dai disegni di grande formato a carboncino del ciclo dedicato all’attivista brasiliano Cico Mendes. Vengono qui rappresentati mondi visionari e scenari apocalittici dove, organismi fitomorfi di chiara discendenza surrealista, si amalgamano in una crepuscolare danza macabra. L’esposizione non è allestita seguendo criteri cronologici o evolutivi e questa scelta risulta particolarmente felice data la natura ricorsiva del lavoro dell’artista. Il percorso espositivo infatti si conclude nella punta del museo, con un mosaico di disegni di piccolo e medio formato di epoche e tecniche diverse. Vista la peculiare forma degli spazi del secondo piano del LAC, la conclusione non è realmente tale, ma diventa un nuovo punto di partenza, dove la mostra, ripercorsa a ritroso, si presenta sotto un inedito punto di vista. Una pratica perfettamente espressa dalla metafora, tanto abusata quanto calzante, dello specchietto retrovisore.
Regaida Comensoli, storica dell’arte e curatrice indipendente. regaida.comensoli@gmail.com
Institutionen | Land | Ort |
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MASI Lugano | Schweiz | Lugano |
Ausstellungen/Newsticker | Datum | Typ | Ort | Land | |
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PAM Paolo Mazzuchelli | 06.09.2020 – 28.03.2021 | Ausstellung | Lugano |
Schweiz CH |
Regaida Comensoli |
Paolo Mazzuchelli |