PHOTOsuisse

Nicolas faure · A3, Schinznach-Bad AG, novembre 2001, C-Print su alluminio, 95 x 120 cm

Nicolas faure · A3, Schinznach-Bad AG, novembre 2001, C-Print su alluminio, 95 x 120 cm

Fokus

Dopo una prima tappa all´Istituto Svizzero di Roma, il progetto PHOTOsuisse, curato da Andreas Hertach e Hilar Stadler, fa la sua prima apparizione in Svizzera presso il Museo comunale d´arte moderna di Ascona e alla Pinacoteca comunale Casa Rusca di Locarno; da qui l´esposizione passerà in seguito al Centre d´art di Bienna.

PHOTOsuisse

La fotografia contemporanea svizzera in mostra in Ticino

L´esposizione, ideata e realizzata da Pro Helvetia, propone una selezione di 28 esponenti - emergenti e affermati - della produzione fotografica contemporanea svizzera e completa un progetto ancor più vasto comprendente la realizzazione di 28 Filmportraits e la pubblicazione di un voluminoso catalogo, entrambi nati dalla collaborazione tra SRG SSR idée suisse, la Fondazione svizzera per la fotografia e la casa editrice Lars Müller. PHOTOsuisse presenta un´interessante sinergia tra i differenti modi di intendere la fotografia, proponendo al pubblico un approccio diversificato che facilita l´accesso e la fruizione dell´immagine fotografica contemporanea divenendo così uno spunto importante per lo sviluppo di un discorso sul contemporaneo che le istituzioni ticinesi sono ancora lontane dall´avere il coraggio di accogliere.

Considerate le proporzioni del progetto, la necessità di inserire i nomi di fotografi che rappresentino le diverse regioni linguistiche della Svizzera, nonché la difficile distribuzione dell´insieme dei lavori nelle rispettive sezioni tematiche, il risultato di questa mostra antologica è assai soddisfacente. La ripartizione delle opere selezionate nelle tre sezioni (MEDIA, MATRIX e MILIEU) rappresenta - a mio parere - più una strategia logistica che una vera e propria classificazione tematica. Nonostante i titoli delle varie sezioni ci propongano una chiara suddivisione del corpo espositivo in tre temi ben distinti, gli sviluppi di questa struttura tripartita scadono leggermente nella parte dell´elaborazione critica, rischiando di far apparire gli argomenti un po´ leziosi. Ciò detto non era comunque facile suddividere i contenuti in buona parte già pre-impostati di una mostra che nasce da una necessità istituzionale, quella di promuovere un settore della creatività elvetica. L´elasticità dimostrata per esempio nella scelta dei formati, manifesta l´importanza che i curatori hanno voluto dare all´autonomia delle immagini e alle scelte dei singoli autori. I molteplici supporti presentati valorizzano dunque la specificità delle singole opere esposte e sottolineano la necessità di rappresentare le tendenze in modo eterogeneo, rispettando le peculiarità dei linguaggi sviluppati dalla fotografia contemporanea.

La sezione «Media - Il rapporto fra le immagini», ospitata dal Museo comunale d´arte moderna di Ascona, propone una selezione di opere che esplorano le potenzialità iconografiche della fotografia nell´era mediatica. Tra queste spicca la serie fotografica di Urs Lüthi, uno dei pochi artisti storici presenti nell´esposizione, la cui presenza più che giustificata apre il percorso espositivo facendo leva sul tema a lui caro dell´identità mediata, o della contrapposizione tra l´individuo come materia plasmabile e i miti dell´iconografia contemporanea. Nelle opere di Olaf Breuning, la mediazione fotografica rinvia invece ad un immaginario collettivo nel quale l´artista mescola in modo provocatorio la sfera dell´intimità a un´estetica di «serie B» ispirata al cinema trash. Da segnalare inoltre le elaborate composizioni di Katrin Freisager e Olivier Christinat che, attraverso un linguaggio che presenta forti riferimenti alla pittura, ne rivendicano l´apparteneza di fondo e ne riadattano i contenuti formali filtrandoli attraverso lo strato translucido dell´immagine fotografica.

La sede di Locarno accoglie invece le sezioni «Matrix ? La ricerca della superficie» e «Milieu - Lo spazio sociale». Gli spazi desolati e quasi astratti fotografati da Gaudenz Signorell e i non-luoghi di Nicolas Faure sono due esempi interessanti presentati nella sezione Matrix. Le loro immagini indagano le molteplici interpretazioni possibili del paesaggio contemporaneo, un paesaggio in continua evoluzione nel quale sono tatuati indelebilmente i segni del tempo e del progresso. Un linguaggio più nostalgico caratterizza le immagini di Stefania Beretta che propone una visione melanconica e allo stesso tempo poetica di un paesaggio trasformato e sfigurato.

La sezione Milieu, caratterizzata dalla presenza di opere di Gian Paolo Minelli (ormai note al pubblico ticinese che le ha potute vedere presso l´Ala Est del Museo Cantonale d´Arte di Lugano), Luc Chessex e Christian Vogt, interrogano e rivelano le molteplici relazioni esistenti tra l´essere umano e il contesto socio-culturale cui esso in definitiva appartiene. Le fotografie esposte in questa sezione attirano l´attenzione sulle possibilità offerte dai nuovi modi di interpretare il genere del reportage, spesso ripescato dai fotografi delle ultime generazioni.

Il progetto richiedeva inizialmente uno spazio decisamente troppo vasto rispetto alle capacità degli spazi espositivi. Se l´Istituto Svizzero ha risolto la difficoltà proponendo la successione cronologica delle tre sezioni, Martin Kunz, coordinatore della mostra in Ticino, ha optato per una soluzione spaziale riadattata e anche per questo motivo convincente. Concretizzando il desiderio di stabilire un contatto tra le diverse realtà istituzionali, comunali e cantonali, il direttore del museo di Ascona ha quindi proposto di esporre alla Pinacoteca di Locarno due delle tre sezioni della mostra. Grazie ad un intervento calibrato e ad una coordinazione efficace, Martin Kunz inaugura con PHOTOsuisse la prima tappa di un promettente mandato.

Centre d´art di Bienna, 2.9.-29.10.

Bis 
04.06.2006

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