Lukas Hoffmann — Evergreen
Alle Rencontres de la photographies di Arles, la mostra personale del fotografo svizzero Lukas Hoffmann presenta un centinaio di immagini appartenenti a serie diverse. Tra schiene anonime e luoghi dall’aria sospesa, l’artista affronta tematiche legate al tempo e riflette sul senso del medium fotografico.
Lukas Hoffmann — Evergreen
L’accesso all’esposizione di Lukas Hoffmann alle Rencontres d’Arles è senza dubbio curioso: in un Monoprix come tanti situato vicino alla stazione ferroviaria della cittadina provenzale, si oltrepassano angurie, infradito e magliette ed è oltrepassando una porta a strisce in PVC trasparente che si accede alle scale che portano, infine, allo spazio dedicato alla mostra. Nell’ampia sala spoglia – d’altronde ci troviamo nel deposito di un supermercato – il contrasto con le immagini di Hoffmann sorprende per la sua chiarezza e precisione.
L’artista originario di Zugo, basato da molti anni a Berlino, presenta nella mostra dal titolo ‹Evergreen› diverse serie di immagini realizzate con negativi di grande formato. Una ricerca visiva improntata sul fascino per le superfici e i materiali, al quale Hoffmann dona corpo grazie all’utilizzo di fotocamere analogiche che esaltano luci, ombre, dettagli nell’intensità delle stampe in bianco e nero. Due tipi principali di immagini sono presentate: le ‹Street Pictures›, in cui protagoniste sono le schiene di passanti in una zona pedonale della capitale tedesca, immortalate in pose fugaci, e fotografie di luoghi in cui l’essere umano è assente, ma in cui persistono tracce di umanità. Uno stagno nella periferia di Berlino, un muro di cemento dipinto di nero nel Bronx, la scritta screpolata ‹Evergreen›: per ogni soggetto le singole fotografie sono presentate consecutivamente, in polittici, creando sui muri delle presenze, delle macro immagini di lontane parentesi spaziali. Per le ‹Strassenbilder›, 2018–2019, invece, è evidente il riferimento al genere della street photography, che però Hoffmann stravolge: invece di piccole macchine compatte, l’artista svizzero preferisce usare una fotocamera di ampie dimensioni senza treppiede regolata con la lunghezza focale sempre a 80 cm. Avvicinandosi il più possibile a corpi sconosciuti, Hoffmann dimostra così di saperne catturare i dettagli con maestria e lucidità nonostante questo limite tecnico auto-imposto.
Come suggerito dal titolo della mostra, i lavori di Hoffmann ci portano a riflettere sul tempo e sulla sua importanza nel processo fotografico, non solo da un punto di vista meccanico: non è forse nella tensione tra l’immediatezza dello scatto e il fissarlo eternamente sulla pellicola che risiede tutta la magia della fotografia? Come raccontare del passare del tempo e della fragilità intrinseca a tutte le cose, attraverso un mezzo che ci obbliga a scegliere un momento preciso e un’inquadratura?
Storica dell’arte, Elisa Rusca è conservatrice al Musée international de la Croix-Rouge et du Croissant-Rouge di Ginevra. elisa.rusca@gmail.com
→ ‹Lukas Hoffmann – Evergreen›, Monoprix, Arles, Les Rencontres de la photographie, fino al 25.9.
↗ www.rencontres-arles.com
Ausstellungen/Newsticker | Datum | Typ | Ort | Land | |
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Les Rencontres de la Photographie 2022 | 04.07.2022 – 25.09.2022 | Grossausstellung/Festival | Arles |
Frankreich FR |
Lukas Hoffmann |
Elisa Rusca |