Werner Bischof — E colore fu

Werner Bischof · Orchidee (studio), Zurigo, Svizzera, 1943, stampa a getto d’inchiostro da ricostruzione digitale, 2022 © Werner Bischof Estate / Magnum Photos

Werner Bischof · Orchidee (studio), Zurigo, Svizzera, 1943, stampa a getto d’inchiostro da ricostruzione digitale, 2022 © Werner Bischof Estate / Magnum Photos

Fokus

Il MASI Lugano presenta, in collaborazione con la Fotostiftung Schweiz, ‹Wener Bischof – Unseen Colour›, mostra dedicata a un aspetto meno conosciuto dell’opera del fotografo svizzero: i suoi scatti a colori realizzati tra il 1939 e il 1954, i cui negativi sono stati ricostruiti in anni di minuzioso lavoro. 

Werner Bischof — E colore fu

La gigantografia di un suo autoritratto in bianco e nero, incollata su una parete, apre la mostra al MASI: Werner Bischof (1916–1954) nel suo studio, accanto alla Rolleiflex fissata a un treppiede, ci guarda con un sorriso appena accennato. Qualche passo più in là, accompagnata dal ritratto a colori di quattro pinguini su un provino a contatto del suo caratteristico film 6 x 6, ritroviamo la «Rollei» in una vetrina centrale; alla sua destra, un apparecchio Devin Tri-Color Camera; alla sua sinistra, una Leica. Le particolarità tecniche delle tre macchine fotografiche definiscono l’articolazione del percorso espositivo della mostra ‹Werner Bischof – Unseen Colour›, curata da Ludovica Introini e Francesca Bernasconi con Marco Bischof. La parte introduttiva è arricchita da pubblicazioni a colori, come la rivista Du, con la quale Bischof collabora fin dal 1942, o il libro ‹Japon›, 1954, che gli permetterà di ottenere il premio Nadar nel 1955.
‹Unseen Colour› presenta un allestimento lineare che sfiora la monotonia, in cui si susseguono un centinaio di stampe digitali a colori. Si comincia con le immagini realizzate con la Devin Tri-Color Camera in studio, mettendo l’accento sulle sperimentazioni grafiche e astratte realizzate tra il 1939 e i primi anni Quaranta, così come su alcune fotografie di moda. Si prosegue con scatti a colori dell’Europa del secondo dopoguerra: Varsavia rasa al suolo, il Reichstag distrutto, macerie lungo la Sprea, l’inizio della ricostruzione di Italia e Grecia. Nella sezione dedicata alle immagini realizzate con la Rolleiflex l’attenzione gradualmente si sposta in India, Vietnam e Giappone, alla quale si susseguono gli scatti con la Leica catturati da Bischof per Magnum Photos in Sud America, tappa che si rivelerà fatale per il fotografo svizzero, scomparso prematuramente a 38 anni in seguito a un incidente d’auto sulle Ande.
La retrospettiva dedicata al lavoro a colori di Werner Bischof è senza dubbio un progetto unico nel suo genere. La qualità formale dell’opera fa sì che la selezione delle immagini presentate, anche se forse un po’ troppo densa nel numero, sia un importante contributo alla divulgazione del suo lavoro a colori. Forse il progetto sarebbe stato ancora più interessante se, oltre che agli apparecchi fotografici, vi fossero stati inclusi anche i negativi originali della Devin Tri-Color, il cui ritrovamento nel 2016 si situa all’origine dell’idea della mostra stessa: una collaborazione intensa tra il MASI e il Werner Bischof Estate che ha permesso di restaurare le lastre di vetro 6,5 x 9 cm, ciascuna nei tre colori RGB per ogni fotografia, e di produrre, in seguito a un meticoloso lavoro di ricomposizione, le stampe contemporanee esposte.

Elisa Rusca, critica e storica dell’arte. e.rusca@redcrossmuseum.ch

 

Jusqu'à 
02.07.2023

→ ‹Werner Bischof – Unseen Colour›, MASI – LAC, Lugano, fino al 2.7. ↗ masilugano.ch
→ Ulteriore stazione espositiva: Fotostiftung Schweiz, Winterthur, 26.8.23–21.1.24 ↗ fotostiftung.ch

Institutionen Pays Ville
MASI Lugano Suisse Lugano
Fotostiftung Schweiz Suisse Winterthur
expositions/newsticker Date Type Ville Pays
Werner Bischof. Unseen Colour 12.02.2023 - 02.07.2023 exposition Lugano
Schweiz
CH
Artiste(s)
Werner Bischof
Auteur(s)
Elisa Rusca

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