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Michael Buthe - Zwischen Vodootempel und Taufkapellen

In der Kunstszene der Siebzigerjahre galt Michael Buthe als Exzentriker. Er schwelgte in Selbstinszenierungen, trat als ­Nomade zwischen Orient und Okzident auf und scheute ­keinen Kitsch. Mit schrillen, zwischen High und Low oszillierenden ­Inszenierungen schuf er eine radikal persönliche Kunst.


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