Die Ausstellung heisst ‹M wie Martha› - das M braucht einen laut ausgesprochenen Namen, wie Martha, um sich selbst als M zu vergewissern. Alle 26 Buchstaben des Alphabets haben entsprechende Begleiter, deren Namen so beiläufig und genau sind wie die Kunst von Esther Kempf selbst.
Esther Kempf · Consequence of Order, 2016, Installation mit Objekt aus sechs farbigen Pullovern
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