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Kakophonie, Kohlköpfe und Stiefmütterchen

Es erwischt uns immer wieder kalt, dieses Duo Infernale aus dem Zürcher Atelierwunderland, wo es rasende Teekessel, schroffe Kissenberge, stille Nachmittagszucchinis und auch sonst fast alles gibt – zum Beispiel Fernsehen satt. Da machte nach der Biennale-Langeweile von 96 Stunden Schweiz pur das Bice Curiger-Wort von den «Sonntagskindern» die Runde, man sprach von «schönsten Ferienerlebnissen» und «unspektakulären Wundern des Alltags», der Sammlungskurator des Kunsthauses gar von «Albert Anker des 20.Jahrhunderts». Und nun das.


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